
Oggi, troppo spesso tendiamo a dimenticare. La nostra memoria diventa sempre piu’ debole e obliqua. Molti non hanno piu’ voce. Essa e’ stata spazzata via dal tempo o dalla violeza. Umilmente Attenti Al Lupo cerca di raccontare chi non puo’ piu’ farlo. Isaac Bashevis Singer e’ stato il grande narratore dell’ebraismo orientale, quello stesso che e’ stato spazzato via dalla follia nazista.
Proviamo dunque a ricordare.
Isaac Bashevis Singer nasce nel piccolo villaggio polacco di Leoncin il 14 luglio 1904. Figlio di Pinchos Mendel e Basheva. Il padre rabbino, e’ un fervente seguace del movimento chassidico, una corrente mistico-popolare fondata nel XVIII secolo dal Baal Scem Tov, in opposizione al razionalismo e al formalismo talmudico. Il padre si Singer e’ un uomo estremamente pio e interamente dedito a Dio e alla preghiera mentre la madre e’ costretta a preoccuparsi della vita quotidiana della famiglia che da un punto di vista economico non naviga certo in buone acque. Per questo motivo i Singer decidono di trasferirsi prima a Radzymin (1907) e l’anno successivo a Varsavia, capitale della Polonia e centro piu’ importante del giudaismo orientale.
La famiglia Singer andra’ ad abitare in un appartamento minuscolo e malsano di via Krochalma nel cuore del quartiere ebraico; quella stessa via che tornera’ spesso nei suoi scritti come uno degli habitat preferiti dai protagonisti delle sue storie. Infatti nella Krochalma la tipologia umana e’ talmente varia da essere perfetta per la creazione di molti variegati ed indimenticabili personaggi singeriani. Ladri, rabbini, prostitute, madri di famiglia, giovani studenti di yeshivah e avventurieri di ogni risma.
Anche a Varsavia pero’ la vita non si rivela tra le piu’ facili. In piu’ i genitori di Isaac per convincerlo dell’esistenza di Dio prendono a narrargli innumerevoli storie di demoni, diavoli, spiriti malvagi che vengono sulla terra per dannare gli uomini in generale e gli ebrei in particolare. alla sua angoscia infantile Isaac trova conforto nell’amicizia della piccola Shosha, sua vicina di casa e coetanea che gli dara’ lo spunto per il magnifico personaggio, forse uno dei piu’ belli di tutta la sua narrativa, dell’omonimo romanzo.
Negli anni antecedenti la prima guerra mondiale (dunque quando era ancora molto giovane) Isaac pur senza maneggiare perfettamente l’alfabeto ebraico, inizia a leggere di nascosto la Cabbala cioe’ l’insieme delle dottrine mistiche ed esoteriche della tradizione ebraica che riguardavano Dio e i misteri piu’ profondi dell’universo e che si ritenevano fossero rivolte a un numero esiguo di persone. Inizia anche a scrivere, e nei suoi primi appunti dimostra di non gradire l’educazione ebraica tradizionale, come infatti ha detto lui stesso “…tutto era peccato nella nostra casa…disegnare era peccato…correre anche…tutto insomma aveva una chance di diventare peccato…”.
Nel 1914 la famiglia Singer si trasferisce finalmente in un’appartamento piu’ grande, addirittura con il bagno e l’allacciamento del gas. In questo periodo il fratello maggiore Israel Joshua, inizia ad occuparsi di letteratura e filosofia e a dubitare nello stesso tempo di Dio e del libero arbitrio e influenzando in questo modo il giovane Isaac. E’ bene ricordare che Israel Singer diventera’ a sua volta un grande scrittore, autore di epici ed indimenticabili romanzi di grande respiro storico e narrativo come I Fratelli Ashkenazi e La Famiglia Carnovsky.
Isaac intanto, prende a trascurare le letture religiose e strettamente ebraiche avvicinandosi anch’egli a letture profane. Di nascosto dal padre legge Delitto E Castigo di Dostoevskij e scopre Spinoza di cui si appassionera’ oltre misura. Con il procedere della guerra, a Varsavia giungono schiere di fuggiaschi russi e scoppia un’epidemia di tifo. Il fratello Israel che aveva disertato la chiamata alle armi ed era scomparso per alcuni mesi, riesce a pubblicare il suo primo racconto sulla vita chassidica in Polonia. Varsavia non e’ piu’ abitabile, e i Singer, tranne il padre di Isaac, Pinchos Mendel, si trasferiscono in campagna a Bilgoray, paese d’origine della madre. In questo periodo, Isaac, inizia a leggere Strindberg, Turgeniev, Tolstoj, Maupassant, Cechov ed inizia a dare lezioni d’Ebraico per guadagnare qualche soldo.
Nel 1919 torna a Varsavia per andare a studiare nel seminario rabbinico di Tachkemoni; ma nel giro di qualche settimana l’abbandona, anche perche’ quello che gli veniva insegnato, lui, Isaac, lo conosceva gia’. Nel frattempo il fratello Israel diventa coeditore della rivista Literarische Blatter e gli trova un posto da correttore di bozze. Isaac pero’ non riesce a scrivere nonostante ci provi con tutto se stesso. Medita addirittura il suicidio. Poi finalmente ha un’illuminazione: capisce che per scrivere deve usare la sua lingua, quella che ‘e veramente sua.
L’Yiddish. D’ora in poi scrivera’ solo in questa lingua…
(continua)