Monthly Archives: May 2014

It Was June 4, 1989

Tienanmen

La memoria a volte e’ mignotta.

Ci vogliamo ricordare quello che ci piace e che ci fa sorridere. Quello che e’ facile o magari quello che ci ha fatto spargere una lacrima minuta senza nessuna importanza.

Dicevo: la Memoria e’ mignotta. A volte ci urla nel cervello e ci squassa un pezzo d’anima. La mia, troia, lo ha fatto stamattina. Mi ha fatto ricordare di un giorno di fine primavera di venticinque anni fa’.

Il 4 di Giugno 1989.

Il muro di Berlino stava già’ scricchiolando. Di li a poco migliaia di ungheresi, tedesco-democratici dentro ridicole Trabant, cechi che erano ancora slovacchi e umanità’ varia dell’est europeo avrebbe tracimato verso una chimerica libertà’ così come fa un fiume della bassa che e’ stanco di stare dentro argini imposti. Che anno il 1989. Meglio del 1985 per il Brunello o del 1964 per il Barolo.

Ma non andate a dirlo ai cinesi. Da settimane migliaia di loro erano a Tiananmen Square nel centro di Pechino. Protestavano in pace. Volevano solo  un sistema politico che fosse più’ inclusivo. Io me lo ricordo. C’era speranza. Mi ricordo anche come la visita di Gorbachev venne interrotta in fretta e furia. Chissà’ che pensava quel giorno Michail?

Ma i ragazzi di Pechino non avrebbero mai vissuto quello che invece andava succedendo nell’Europa dell’Est. Il 4 giugno 1989 carri armati e truppe d’assalto dell’esercito cinese assaltarono la folla inerme riunita a Tiananmen  Square. Migliaia vennero uccisi e ancora di più’ furono arrestati e giustiziati senza processo.

State pur sicuri che come ogni anno il governo cinese farà’ passare il 4 di Giugno in silenzio, Come se non fosse mai esistito. Come se dal 3 si fosse passati al 5 di quel mese fatale.

Eppure, io e voi lo sappiamo quello che e’ successo quel giorno, e se siete troppo giovani, per favore andate a leggervi qualche giornale di allora. Se noi ricorderemo quel giorno, il sacrificio di tutti quei ragazzi non sarà’ stato  inutile.

Ricordatevi di quello che succede nel Tibet e nella regione di Xinjiang. Ricordiamoci di Cao Shunli, di Gao Yu, di Pu Zhiqiang.

It was June 4, 1989

Tienamen2

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Good Night, Woman.

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Ciao, Maya.

(Maya Angelou, 1928-2014)

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Decalogue For a Reader

  1. You have the right to read                               oldbooks
  2. You have the right to read whatever you want
  3. You have the right to stop reading a bad book
  4. You have the right to stop reading a good book
  5. You have the right not to like a famous book
  6. You have the right not to like any book
  7. You have the right to reread the same book
  8. You have the right to be bored by Moby-Dick
  9. You have the right to not understand a book
  10. You have the right to read sitting on the toilet

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Dedicato a Tutte Le Lavandaie del Mondo.

Vecchia lavandaia

Nel libro autobiografico dello scrittore Yiddish, Isaac Bashevis Singer, e’ contenuto uno dei racconti forse più’ belli della letteratura del Novecento: La Lavandaia.

Narra la storia triste e dignitosa della vecchia donna “gentile” che ogni settimana lavava il bucato dei Singer per pochi soldi. Questa donna anziana e sola, abbandonata da un figlio ricco, si ostinava malgrado la sua eta’ a continuare il faticoso lavoro di lavandaia (siamo all’inizio del novecento). Faticava immensamente per non dipendere da nessuno e per onorare “l’amore per il lavoro che e’ una benedizione”. Alla fine della storia durante un inverno durissimo e dalle temperature polari la vecchia va a prendere un grosso carico di  biancheria da lavare. Ma invece di restituirlo dopo pochi giorni come era solito fare, sparisce e torna, ancora più’ curva e più’ vecchia dopo due mesi. Dice di essere stata molto malata, letteralmente in fin di vita “ ma non potevo riposare in pace nel mio letto a causa del bucato […]. Il bucato non mi lasciava morire”.

Al mondo che urla e cerca costantemente  di apparire, Il mondo globale e quello dei selfie. A quello che crede che tutto sia dovuto e per sempre. Quello sordo alle violenze siano esse della guerra civile in Siria o al piano di sotto nel nostro condominio. A quel mondo di furbi che non hanno mai fatto nulla nella loro vita ma che vogliono tutto comunque, ai disonesti. A quelli che rubano all’Expo di Milano o imbrogliano le vecchiette al bancomat. A quelli che vogliono essere primi ministri così’ che possono salvare le loro aziende. A tutti questi e a questo antepongo la vecchia lavandaia di Singer.

Donna senza voce. Che non e’ mai apparsa. Che non ha mai strillato. Che non si aspetta nulla dalla vita se non la giusta ricompensa per aver fatto il proprio lavoro e bene. E a tutti quelli come lei, quelli senza voce, che sono l’elica del mondo e che lo spingono avanti in silenzio ma con dignità, voglio esprimere la mia ammirazione e la mia gratitudine.

Grazie.

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Solo Come un Cane

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Quello che vedete nella fotografia, e’ il mio cane, Peanut.

Peanut e’ un mix tra un Beagle e un Golden Retriever. Ha quattro anni. E’ pieno di vita, di voglia di giocare, e’ pieno d’amore. Per la sua famiglia, per gli altri cani e per tutti gli esseri umani che incontra, siano essi belli o brutti. Ricchi o poveri, intelligenti o stupidi.

A volte e’ felice, altre e’ triste. E’ sempre grato per una carezza o un giro nel parco. E’ felice per un nuovo giocattolo (costo 3 dollari), quasi gli avessimo comprato una Ferrari. La sua occupazione principale e’ quella di amarci. Quanti di noi possono dire lo stesso delle relazioni interpersonali che sono parte della nostra vita?

Ieri, mentre attendevo in fila per prendere una macchina in noleggio all’aeroporto di Hartford (Connecticut) su uno schermo televisivo e’ apparso un breve messaggio da parte dell’ASPCA (The American Society for the Prevention of Cruelty to Animals): ogni 60 secondi un animale viene abusato. Trattato indegnamente. Ucciso. Abbandonato. Viene fatto morire di fame. Il 64% di questi sono cani.

Abbiamo adottato Peanut. Viene dal Tennessee, dove da cucciolo era stato condannato a morte perché’ abbandonato e dunque destinato ad essere avvelenato con il gas. E’ stato salvato da una persona di cuore, portato a Chicago dove ha trovato una casa, affetto, una famiglia.

Come si può’ abusare un animale che non chiede altro di amarti?

Guardate in questi occhi. Io quando lo faccio, vedo solo amore.

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