Category Archives: Storia

A Simple Report.

Joaquin_Pinto_-_The_Inquisition

From the Human Rights Watch: ” … Waterboarding. Mock executions. Forced nudity. Shackling wrists and ankles in painful,stress positions. Locking someone for days in a confined, dark,coffin-like box. Threatening people, naked and hooded, with power drills, rape, and death. Exposing human beings to continuous loud music and light. Depriving them of sleep. Threatening to harm a person’s family...”

Why of the 6,000-page report compiled by the US Senate Select Committee on Intelligence only 525-page were released?

A report that detailed the actions of CIA officials.

A report that took over 5 years and 40 Million to be completed. $40 Million of our money.

Why?

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What do You Think? The most influential books ever written (according to me)

640px-Melk_-_Abbey_-_Library (the library of Melk Abbey)

Add yours if you like…

I. The Jewish Bible, by Various Authors

II. The Iliad, by Homer

III. The Odyssey, by Homer

IV. Corpus Aristotelicum, by Aristotle

V. The Republic, by Plato

VI. Analectus, by Confucius

VII. The Aeneid, by Virgil

VIII. The New Testament, by Various Authors

IX. The Quran, by Various Authors

X. The Guide for the Perplexed, by Maimonides

XI. Summa Theologica, by Thomas Aquinas

XII. Divine Comedy, by Dante Alighieri

XIII. Institues of Christian Religion, by John Calvin

XIV. Dialogue Concerning the Two Chief World System, by Galileo

XV. Principia Mathematica, by Isaac Newton

XVI. The New Science, by Giambattista Vico

XVII. Encyclopedie, by Denis Diderot

XVIII. The wealth of Nations, by Adam Smith

XIX. Phenomenology of Mind, by G.W.F. Hegel

XX. On War, by Carl Von Clausevitz

XXI. Communist Manifesto, by Karl Marx and F. Engels

XX. The Origin of the Species, by Charles Darwin

XXI. Experiment on Plant Hybridization, by Gregor Mendel

XXII. War and Peace, by Leo Tolstoy

XXIII. The Interpretation of Dreams, by Sigmund Freud

XXIV. Relativity, by Albert Einstein

XXV. I and Thou, by Martin Buber

XXVI. If This Is a Man, by Primo Levi

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E’ Difficile Scalare Le Montagne

TofG 199(Max Wolfinger, 1864)

E’ difficile scalare le montagne.

Ho sentito dire che in cima il vento ulula forte e che solo il coraggio non basta a farti andare più’ in alto. Ho sentito dire che la cima delle montagne  e’ ardua da conquistare e la sola compagna che ti abbraccia e’ la solitudine. Fredda e cinica. Senz’anima dunque quindi violenta.

E’ difficile scalare le montagne. Quelle con le pareti di ghiaccio, i dirupi profondi e i silenzi squassanti. Quelle dove uomini e donne sono morti di freddo, di paura e anche di solitudine. Qualcuno mi ha detto che in cima alle montagne nulla potrà’ mai scaldarti il cuore. Qualcuno mi ha detto di non andare lassù’ specialmente di notte. E’ troppo alto il tetto del mondo. La neve e’ più’ fredda.

Lo sherpa aveva ragione. Parlava e fissavo i pochi denti che gli erano rimasti. Aveva la pela rugosa, di cent’anni di vita, di neve e vento. Aveva le mani callose lo sherpa e gli occhi solo fessure perdute tra le rughe.

“Non andare” mi ha detto. Ha scosso la testa.

“Non andare”.

Ma gli ho voltato le spalle e ho iniziato a salire.

E’ difficile scalare le montagne e dunque nel freddo, ho pianto.

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At Some Point…

At some point we just need to stop.

against hate

Just Stop Hate.

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C’era Una Volta…

chagall-vue-de-vitebsk” La piccola città’ era situata al centro di una pianura e non c’e monte o bosco che la delimiti. Si estende in piano. Comincia con piccole capanne e con piccole capanne finisce. Le case succedono alle capanne. e da qui partono le strade…Al loro punto d’incrocio si trova la piazza del Mercato. All’estremità’ della strada nord-sud c’e la stazione ferroviaria. Una volta al giorno arriva  un treno passeggeri…Quando piove si deve prendere una carrozza perché’ la strada e’ lastricata e l’acqua vi ristagna. La povera gente si raggruppa e prende un’unica carrozza, dove riescono a trovar posto sei persone che pero’ non possono star sedute. Il ricco siede da solo in una carrozza e per la corsa paga più’ di sei poveri…Gli otto vetturini sono ebrei. Sono ebrei devoti che non si tagliano la barba, e tuttavia non indossano il lungo caffettano di alcuni loro correligionari…Il sabato non guidano. Di sabato del resto nessuno ha niente da fare alla ferrovia. La città’ conta 18,000 abitanti, 15,000 dei quali sono ebrei…dei 15,000 ebrei, 8,000 vivono di commercio. Sono piccoli bottegai, bottegai più’ grossi e grandi bottegai. Gli altri 7,000 sono piccoli artigiani, operai, portatori d’acqua, studiosi, addetti al culto, inservienti della sinagoga, insegnanti, scrivani, copisti della Tora’, tessitori di Tallet, medici, avvocati, impiegati, mendicanti e poveri disgraziati che vivono della pubblica carità’…”

Questa e’ una tipica cittadina ebraica dell’Europa orientale, illustrata magistralmente da Joseph Roth nel suo libro Ebrei Erranti (Milano 1985). questa era la Shtetl, il mondo antico e perduto. Una realta’ sociale antica di centinaia di anni, nel cuore dell’Europa, ma sorprendentemente lontana e distante. oggi purtroppo dimenticata. Un mondo antico per molti versi misterioso e inaccessibile che ‘e stato distrutto dalla follia dell’uomo, anche se ancora abbondantemente descritto in magistrali pagine della letteratura Yiddish.

Per gli ebrei che vivevano nella Shtetl la vita era dura, sia per gli adulti che per i bambini che erano costretti a vivere un’infanzia brevissima. A quattro anni iniziavano ad andare al cheder, la scuola elementare giudaica, dove trovavano molto spesso maestri ignoranti e brutali che li subissavano di angherie e che rendevano la loro vita dura anche fuori dalle misere pareti di casa. Poiché’ la maggior parte degli abitanti della Shtetl non la si poteva certo considerare ricca. Si trattava di piccoli artigiani, a volte contadini, venditori ambulanti o persone che lavoravano nell’ambito della comunità’. Molto spesso lo stesso rabbi versava in cattive condizioni sopravvivendo con quello che la comunità’ pagava quando si recava da lui per redimere qualche controversia di tipo spirituale o materiale. E va da se’ che essendo le comunità’ spesso povere, anche la loro guida se la passasse male.

La cultura ebraica attinge le sue origini da una tradizione millenaria. E’ inevitabile perciò’ una ricchezza fuori dal comune di componenti ultraterrene e imbevute di antica superstizione.. La stessa essenza dell’ebraismo, e cioè’ Jahwet e quello che da Lui deriva (praticamente tutto), oltre a essere sacro, e’ magico. E di questa magia la tradizione degli ebrei orientali era intrisa sino all’osso. Il confine tra il sacro e il magico può’ essere sottile e ambiguo. Di questa ambiguità’ la Shtetl era intrisa. Il tipico abitante di ogni piccolo paese, villaggio o borgo dell’Europa orientale, credeva ad ogni sorta di superstizione.

Questo mondo e’ stato distrutto. Ricordiamolo, così’ che forse noi possiamo imparare dal passato e spargere dunque amore. Non odio.

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