
Questo e’ tempo di nani.
Guardate per favore Putin che litiga con Obama. Osservate la faccia rotonda e vagamente ebete di Cameron, il quale non dice mai nulla di importante. Senza dimenticarci certo dell’aria da ragioniere spiantato di Hollande che sta diventando famoso solo per essersi sbattuto un’attrice di media notorieta’. L’espressione da viola appassita dell’Angela Merkel mi fa sentire solo. Forse e’ la donna piu’ potente d’Europa ma perche’ gli altri in fondo non sono nessuno.
Non posso certo parlare dell’Italia. Ma chi? Berlusconi? Letta? O il carino Renzi? Mamma mia (mai come questa volta necessario), noi italiani non possiamo neppur far parte di un circo di periferia, di quelli di una volta. Di quelli che nemmeno Fellini. Quelli con l’unico leone magro. L’elefante mezzo cieco, lo struzzo zoppo e la donna barbuta.
Via siamo seri. Questo e’ tempo di nani.
Piccole invasioni. Rivoluzioni da twitter. Le masse in strada, spesso per finta. Senza comprendere i veri motivi per le rivoluzioni. Parliamo di liberta’ e lasciamo morire migliaia di Siriani. Da tre anni, nessuno fa mai veramente nulla. Gia’, e io twitto. In fondo non c’e’ mica il petrolio in Siria.
Dove sono le idee? Quelle vere, grandi, quelle che hanno cambiato il mondo e la gente. E quei giganti di una volta che che il mondo se lo portavano davvero sulle spalle, che fine hanno fatto?
Il Che, almeno lui agli ideali credeva. In prima persona. E’ per questo che e’ morto ucciso da sicari boliviani pagati dalla Cia. Il Che aveva due palle di ferro. Che direbbe ora il Che di tutti noi? Lui non si nascondeva. Lui, il Che parlava per chi non aveva voce.
Ma lui era il Che, e noi solo un mondo di nani.